La grande
neve: 9 e 10 marzo 2010
La nevicata del 9-10 marzo
2010 può definirsi a tutti gli effetti un evento al di fuori della norma,
sia per quanto riguarda la sua collocazione, a inverno ormai finito, la
sua durata, superiore alle 24 ore, la sua
intensità, con più di mezzo metro di neve caduta e infine la sua spettacolarità,
con accumuli causati dal vento superiori anche al metro di altezza.
Prima di entrare nel
dettaglio è bene però ricordare brevemente cosa è accaduto, dal punto di
vista della nevosità, in questi
ultimi anni. Come avevo già fatto notare
in altri miei precedenti articoli, pur in un contesto di
innegabile riscaldamento del clima, appaiono palesemente in
controtendenza gli episodi nevosi invernali degli anni 2000; le
nevicate infatti non sembrano assolutamente diminuite, né dal punto di
vista della frequenza, né della loro intensità. Naturalmente si sono avuti
recentemente anche inverni poco generosi, primo fra tutti il 2006 con un
unico centimetro di neve cumulata, ma vi sono stati anche il 2005 e questi
primi tre mesi del 2010, che possono ritenersi a ragione come anni davvero
eccezionali dal punto di vista della nevosità.
Questi i dati da me rilevati
nel periodo 1992-2010:
anno |
giorni di neve |
accumuli cm |
anno |
giorni di neve |
accumuli cm |
1991 |
n.d. |
n.d. |
2001 |
3 |
30 |
1992 |
2 |
25 |
2002 |
1 |
7 |
1993 |
8 |
45 |
2003 |
4 |
8 |
1994 |
5 |
40 |
2004 |
4 |
31 |
1995 |
3 |
75 |
2005 |
15 |
137 |
1996 |
3 |
30 |
2006 |
1 |
1 |
1997 |
1 |
5 |
2007 |
2 |
21 |
1998 |
3 |
30 |
2008 |
6 |
22 |
1999 |
3 |
30 |
2009 |
4 |
26 |
2000 |
1 |
15 |
2010 |
11* |
113* |
media |
3,5 |
35 |
media |
5,1 |
39 |
* dati parziali relativi ai
primi tre mesi
Quindi rispetto agi anni '90,
gli anni 2000 presentano un incremento sia dei giorni con precipitazioni
nevose (da 3,5 a 5,1), che dei centimetri di neve cumulati nel corso di un
anno (da 35 a 39 cm). Purtroppo non dispongo dei dati precedenti, ma
tornando indietro con la memoria mi ricordo negli anni '80 inverni
freddi, ma piuttosto secchi (fa eccezione il 1985!) e negli anni '70
inverni miti con poca neve e tanta pioggia.
Arriviamo così all'inverno 2010
che, com'è noto dalle cronache, è risultato
in Europa particolarmente freddo, con anomalie termiche negative riguardanti
soprattutto il suo lato settentrionale e centro-occidentale. In Italia si sono registrate
temperature leggermente sotto media al settentrione, soprattutto nel nord-ovest, mentre qui
in Toscana, nonostante svariati periodi di freddo moderato, a causa di due
intense ondate miti, la prima a fine dicembre (alluvione del Serchio) e la
seconda a fine febbraio, le temperature invernali si sono mantenute sulla
media climatologica di riferimento (trentennio 1961-1990) con un valore qui a Castelnuovo di 4,3°C.
In tutto il periodo invernale però non si sono avuti mai lunghi periodi
anticiclonici (record di piovosità con ben 585 mm) e il freddo,
quasi sempre umido, si è
accompagnato a numerose nevicate più o meno intense. Fra quelle più
sostanziose ricordo la nevicata del 18 dicembre e quella del 12 febbraio,
che potrebbero già definirsi delle "belle nevicate", se non fossero state
ampliamente surclassate dalla nevicata della prima decade di marzo.
Ma veniamo a descrivere i
fatti di questa storico evento:
come ricordavo prima il mese
di febbraio 2010 si è concluso molto mite (anomalie positive fino a 5 °C) e così lo sono stati anche i primi
2
giorni del mese di marzo. Poi dal giorno 3 il clima è tornato
fresco e dopo due giorni di pioggia, la notte del 5 è caduto un centimetro
di neve che, nonostante l'avanzare della stagione, ha resistito al suolo
per ben due giorni nelle zone a "bacìo". Nei giorni successivi ha
continuato a fare freddo, con gelate notturne continue e temperature che
anche di giorno si sono mantenute sensibilmente sotto la norma. Il giorno
8, festa della donna, ancora cielo poco nuvoloso, ma con ulteriore
diminuzione della temperatura e vento forte da nord-est. In serata le
temperature erano di un paio di gradi sotto lo zero e il cielo è andato
velandosi. Nella notte del 9 il cielo si è coperto e verso le tre ha
iniziato a nevicare con un temperatura nel frattempo arrivata a tre-quattro gradi sotto lo zero. Naturalmente, visto la temperatura,
l'attecchimento al suolo è stato immediato, accompagnato dal
fenomeno dello scaccia neve, con neve spazzata dalle zone sventagliate e
accumulata in quelle più riparate. Alle sette del mattino erano
presenti al suolo già 10 centimetri di neve, ma da lì alla mattina
seguente del 10 ne sarebbero caduti altri 50 o più.
Praticamente è nevicato per
più di 24 ore consecutive e con temperatura costantemente sotto lo
zero. Al suolo è stata stimata un'altezza media di 65 cm con punte minime
di 40 cm e massimi di 1 m (a causa del vento e della leggerezza delle neve
è stato impossibile misurarne l'equivalenti in mm di pioggia, non
essendosi depositata neve all'interno del pluviometro). Per trovare una
nevicata analoga bisogna tornare a quella del 13 dicembre 1995 (vedi
articolo sugli eventi eccezionali),
anche se allora si trattò di neve molto diversa, più pesante ed intensa e
comunque di minore durata (circa 20 ore).
Cessati i fenomeni la mattina
del 10 il cielo si è mantenuto però molto nuvoloso e poi la mattina
dell'11 ha ripreso a nevicare moderatamente e sono così caduti altri 5 cm
di neve fresca; dal pomeriggio però la neve si è trasformata in
pioggerellina gelata e dal giorno successivo il cielo è andato sempre più
schiarendosi. Le temperature, soprattutto diurne, sono aumentate
sensibilmente portandosi sui 10°C, ma nonostante il clima relativamente
mite l'innevamento a Castelnuovo si è mantenuto per circa 10 giorni.
La nevicata del 9 e 10 marzo
è stata particolarmente intensa in tutta la zona delle Colline Metallifere
(da Volterra a Massa M.ma) con accumuli intorno al metro sopra i 700 m.
Molto colpita è stata anche la Toscana interna sud-orientale ed inoltre ha
nevicato nella mattina del 9 anche sulla costa basso-livornese e grossetana,
anche se non ha attecchito (ad eccezione di Piombino imbiancata).
E' chiaro che un evento così memorabile non poteva non
provocare disagi e infatti ce ne sono stati un pò dappertutto, con
frazioni e poderi rimasti temporaneamente isolati ed interruzioni prolungate di energia
elettrica. Inoltre gli alberi, soprattutto pini (marittimi) e
cipressi, sono stati a dir poco decimati, soprattutto nelle zone a più
bassa altitudine, dove la neve è stata comunque un pò più pesante ed ha
tirato meno vento.
Probabilmente, se l'evento si fosse verificato in pieno inverno (anche
15-20 giorni prima), vi sarebbero stati disagi ben più grandi.
Molto interessante sarebbe
capire il meccanismo che ha portato a questa nevicata. Sicuramente
indispensabile è stato il serbatoio di aria gelida formatisi in nord
Europa durante l'inverno, come non si verificava ormai da diversi anni.
Tuttavia si è generata una configurazione barica particolare, in
quanto la nevicata è stata originata in Toscana da una perturbazione
atlantica (e non artica), che nella maggior parte dei casi porta pioggia
per l'incalzare dei venti miti di scirocco e libeccio. invece il vento è
ruotato da nord-est a est-nord-est e le termiche si sono mantenute
adatte a far nevicare costantemente sopra i 300 m; in pratica l'aria
fredda non è mai stata completamente scalzata. Questo ci fa riflettere
sulle potenzialità di un clima in continua evoluzione che, nonostante il Global Warming, potrebbe riservarci in futuro molte sorprese. Due inverni
nevosi così ravvicinati negli anni (2005 e 2010) possono anche essere
frutto delle mera casualità meteorologica, ma potrebbero anche essere il
sintomo di un lento, ma inesorabile, cammino verso un nuovo ciclo
climatico.
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