2022: annus horribilis!
A
distanza di parecchio tempo
dal mio ultimo articolo (Febbraio
2012: un mese "quasi epocale"), dove descrivevo
l'episodio rilevante di freddo e neve risalente ormai a 11 anni fa, mi
ritrovo a scriverne uno nuovo, ma di segno opposto, con l'analisi meteo
climatica dell'anno appena trascorso, il 2022, purtroppo un anno che si
distingue da tutti quelli precedenti in quanto stabilisce un nuovo record di
temperatura media annuale. L'anno si è contraddistinto anche per lunghi periodi
di siccità, alternati da fasi molto piovose, ma questo sicuramente si è ripetuto
già molte volte anche in passato. Invece l'anomalia termica positiva appena
riscontrata costituisce sia a livello locale, che regionale, ma anche per
l'intera area geografica italiana, un record assoluto di caldo da quando sono
iniziate le misurazioni termometriche ufficiali (dal 1800!).
Di
seguito la tabella riepilogativa che evidenzia l'andamento dei singoli
mesi, con l'analisi dell'anomalie termiche e le differenze di pressione
atmosferica e precipitazioni rispetto alla norma CLINO
(trentennio 1991-2020):
Anomalie
anno 2022 - stazione Sorbo 595 m s.l.m. |
mese |
T media |
scarto |
SD |
SDI |
Pressione |
scarto |
Pioggia |
scarto |
|
°C |
°C |
°C |
|
hPa |
hPa |
mm |
mm |
gennaio |
5.1 |
+0.5 |
±1.5 |
+0.3 |
1022 |
+5 |
68 |
-14 |
febbraio |
6.6 |
+1.8 |
±2.1 |
+0.9 |
1020 |
+5 |
33 |
-59 |
marzo |
6.8 |
-0.8 |
±1.4 |
-0.6 |
1022 |
+8 |
41 |
-44 |
aprile |
10.0 |
-1.1 |
±1.3 |
-0.8 |
1012 |
0 |
108 |
+25 |
maggio |
16.8 |
+1.9 |
±1.4 |
+1.4 |
1016 |
+2 |
26 |
-47 |
giugno |
22.7 |
+3.7 |
±1.5 |
+2.5 |
1014 |
-1 |
3 |
-53 |
luglio |
24.9 |
+3.1 |
±1.3 |
+2.4 |
1015 |
+1 |
6 |
-30 |
agosto |
22.8 |
+0.9 |
±1.5 |
+0.6 |
1012 |
-2 |
73 |
+22 |
settembre |
17.7 |
+0.4 |
±1.2 |
+0.3 |
1012 |
-3 |
273 |
+174 |
ottobre |
15.4 |
+2.0 |
±1.2 |
+1.7 |
1022 |
+6 |
1 |
-142 |
novembre |
10.0 |
+1.1 |
±1.2 |
+0.9 |
1015 |
0 |
150 |
-11 |
dicembre |
8.5 |
+2.6 |
±1.3 |
+2.0 |
1016 |
+1 |
144 |
+23 |
media mesi invernali |
6.7 |
+1.8 |
±1.1 |
+1.6 |
1019 |
+6 |
245 |
-50 |
media mesi primaverili |
11.2 |
+0.1 |
±0.9 |
+0.1 |
1017 |
+3 |
175 |
-66 |
media mesi estivi |
23.5 |
+2.6 |
±1.1 |
+2.4 |
1014 |
-1 |
82 |
-61 |
media msi autunnali |
14.4 |
+1.2 |
±0.8 |
+1.5 |
1016 |
+1 |
423 |
+21 |
media anno |
13.9 |
+1.3 |
±0.5 |
+2.6 |
1016 |
+2 |
925 |
-157 |
SD: deviazione standard periodo 1991-2020
SDI: Indice deviazione standard (rapporto scarto/SD)
Nella tabella
l'indice dell'anomalia termica è ben caratterizzato dallo SDI (Standard Deviation Index),
calcolato come rapporto fra lo scarto mensile rilevato e la deviazione standard
del periodo climatico di riferimento. Ben 5 mesi su 12 presentano SDI positivi e
maggiori di 1, quindi
oltrepassano (in 3 casi anche di un fattore 2) le normali fluttuazioni mensili.
Inoltre, nella sua interezza, l'anomalia dell'anno 2022 ha superato di un
fattore 2.6 la normale fluttuazione climatica annuale (+1.3
vs ±0.5 °C)!
Se poi osserviamo le pressioni
medie mensili riportate al livello del mare
appare molto evidente lo scarto positivo che ha contraddistinto la maggior parte
dei mesi, con valori più elevati soprattutto nel periodo gennaio-marzo e nel
mese di ottobre. Tali surplus barici sono stati provocati dall'incontrastato
dominio di anticicloni di varia provenienza, ma soprattutto di tipo sub-tropicale
(oceanico e continentale africano); solo in marzo l'anticiclone prevalente è
stato continentale europeo, con circolazione di tipo settentrionale. Da
evidenziare poi che nei mesi estivi i regimi anticiclonici di provenienza
africana, essendo costituiti da aria molto calda (quindi relativamente leggera),
hanno raggiunto valori pressori più modesti con anomalie quindi molto più
contenute, pur in un contesto di forte surplus termico (estate solo di qualche
decimo di grado meno calda rispetto a quella record del 2003).
A
livello termico stagionale risalta sicuramente la forte anomalia estiva,
seguita da quella invernale e da quella autunnale (si salva invece il periodo
primaverile grazie ad un mese di marzo e ad un mese di aprile abbastanza
freddi), mentre l'anomalia precipitativa ha riguardato tutte le stagioni, ad
eccezione dell'autunno: infatti l'estrema siccità del mese di ottobre è stata
preceduta dall'evento alluvionale della notte tra il 24 e 25 settembre
(superati i 200 mm di pioggia nell'arco di 12 h!) e poi il mese di novembre ha
avuto una piovosità tutto sommato nella norma.
Prendendo in esame le
temperature medie minime e massime (non riportate in tabella) a livello
annuale l'anomalia maggiore ha interessato le temperature massime; infatti
mentre lo scarto delle minime notturne è risultato contenuto (9.4 vs 8.8 °C),
quello delle massime diurne è risultato addirittura superiore ai 2 °C (19.1 vs
17 °C). Ciò a ulteriore riprova che il caldo è stato di natura prettamente
anticlonica, contraddistinto da cieli sereni con notti conseguentemente
relativamente fresche.
Analizzando
poi le stazioni dell'intera rete meteo vengono
sostanzialmente
confermati gli scarti termici registrati dalla stazione principale posta in
località Sorbo:
Confronto temperature rete stazione Castelnuovometeo - Anno 2022 vs CLINO |
località |
quota s.l.m. |
T media |
CLINO 1991-2020 |
CLINO 1971-2000 |
CLINO 1961-1990 |
(m) |
(° C) |
(° C) |
(° C) |
(° C) |
Vado La Lepre |
800 |
13,0 |
11,8 |
+1,2 |
11,2 |
+1,8 |
10,9 |
+2,1 |
Colombaia |
650 |
14,7 |
13,2 |
+1,5 |
12,6 |
+2,1 |
12,3 |
+2,4 |
Sorbo |
595 |
13,9 |
12,6 |
+1,3 |
12,0 |
+1,9 |
11,7 |
+2,2 |
Riarnoli |
545 |
14,5 |
13,3 |
+1,2 |
12,8 |
+1,7 |
12,5 |
+2,0 |
Montecerboli |
420 |
15,8 |
14,5 |
+1,3 |
13,9 |
+1,9 |
13,6 |
+2,2 |
Pomarance |
400 |
16,0 |
14,7 |
+1,3 |
14,2 |
+1,8 |
13,9 |
+2,1 |
Pavone |
360 |
13,5 |
12,4 |
+1,1 |
11,9 |
+1,6 |
11,6 |
+1,9 |
Bulera |
255 |
14,5 |
13,6 |
+0,9 |
13,1 |
+1,4 |
12,8 |
+1,7 |
dati medi |
503 |
14,5 |
13,3 |
+1,2 |
12,7 |
+1,8 |
12,4 |
+2,1 |
L'anomalia
media è infatti risultata di +1.2
°C, con un valore massimo ottenuto in località Colombaia (+1.5 °C) ed uno minimo
ottenuto nella stazione Bulera (+0.9°C). Tali piccole differenze sono
sicuramente imputabili alla conformazione del territorio in quanto, visto il
predominare di situazioni anticicloniche, le inversioni termiche notturne hanno
parzialmente mitigato i surplus termici diurni. Pertanto nei fondovalle il clima
è stato meno anomalo rispetto alle sommità delle colline e dei monti.
A
titolo comparativo
sono stati inseriti in tabella anche i confronti con le medie climatiche
passate, ovvero il CLINO 1971-2000 e quello 1961-1990, dove si evidenzia che lo
scarto dalla media sarebbe stato ancora più marcato, visto che l'attuale
riscaldamento climatico ha preso il via alla fine degli anni '80.
Dal
punto di vista pluviometrico il confronto tra le varie stazioni ha mostrato i
seguenti deficit (rispetto alla media triennale 2019-2021):
-
Vado la Lepre: 654 mm (-340 mm -> -34%)
-
Colombaia: 712.8 mm (-271 mm -> -28%)
-
Sorbo: 925 mm (-325 mm -> -26%)
-
Riarnoli: 849 mm (-328 mm -> -28%)
-
Montecerboli: 523 mm (-251 mm -> -32%)
-
Pomarance: 599 mm (-62 mm -> -9%)
-
Pavone: 1038 mm (-265 mm -> -20%)
-
Bulera: 741 mm (-185 mm -> -20%)
Si
evidenzia un deficit pluviometrico medio intorno al -25%, con un massimo alla
stazione Vado la Lepre ed un minimo nella stazione di Pomarance, che comunque è
quella con la minor piovosità media annuale di tutta la rete meteo. Nella zona
di Castelnuovo, nonostante l'evidente deficit, le precipitazioni sono
risultate tuttavia superiori rispetto alle zone limitrofe del pomarancino,
confermando la sua maggiore piovosità dovuta all'orografia più montana. Per i
pluviometri installati in zone particolarmente ventosi (Vado, Colombaia,
Montecerboli, Pomarance) è inoltre possibile una certa sottostima dovuta appunto
alla ventilazione.
Naturalmente
di neve a Castelnuovo neanche a parlarne, con solo 4 episodi di pioggia mista a
neve (6 e 9 gennaio, 1° e 2 aprile), senza accumuli al suolo.
Proviamo
infine a ricercare le cause dirette di questa forte anomalia annuale. Almeno per
quanto riguarda l'Italia e l'Europa occidentale, i principali colpevoli vanno
ricercati in inverno nella circolazione
atmosferica in sede atlantica, che si è contraddistinta appunto nella stagione
fredda da un indice NAO (North Atlantic Oscillation) fortemente positivo,
mentre in estate nell'indice ITCZ (Inter
Tropical Convergence Zone),
particolarmente elevato di
latitudine in zona mediterranea ed europea. Come risaputo le
situazione suddette corrispondono nella stagione fredda ad un vortice polare molto energico, ma immobilizzato
nella sua sede di origine (al di sopra del circolo polare artico), mentre in
quella calda si ha un innalzamento della linea di convergenza degli alisei con
un conseguente elevazione dell'equatore climatico e spostamento verso nord delle
masse di aria calda presenti nell'Africa sahariana. Entrambe le situazioni
sembrerebbero poi favorite dal fenomeno della Niña, che ha interessato l'area
pacifica con un tempo molto superiore al normale (ben due anni consecutivi).
Tuttavia i meccanismi, se pur molto studiati, non sono al momento perfettamente
chiari, visto che le ripercussioni in sede europea non sembrano dipendere solo
dal fenomeno in quanto tale (Niño e Niña che sia!), ma anche dalla sua
intensità.
Senz'altro
ad aggravare la situazione ha poi contributo l'attuale Global Warming, visto che
il 2022 si è collocato a livello mondiale al quinto posto tra gli anni più caldi
di sempre.
Tornando al clima locale, a dire il
vero, si era avuto negli ultimi 20 anni un sostanziale stabilità della
temperature media annuale (solo un leggero rialzo di alcuni decimi di grado), ma
comunque su valori di circa un grado superiori a quelle di 50 anni fa. La
speranza è che quello che è successo nel 2022 sia solo un evento isolato e a se
stante, perché se invece fosse l'incipit di un nuovo trend climatico la
situazione sarebbe davvero critica e confermerebbe che l'attuale processo di
surriscaldamento è solo appena iniziato!
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